"Mi hanno portato degli amici a questa bella locanda garibald. luci morbide, eleganza, atmosfera dei tempi passati, in lontananza si sente il rumore di un mare immaginario, si percepisce il senso di un'avventura, una spedizione dei mille sapori pronti ad invadere la vostra anima e palato. il proprietario, tranquillo, tranquillo, vi accoglie immediatamente con la sua gentile e giocosa curiosità, si avvicina al tavolo per sapere chi viene da lui, che entra nel suo tempio di amore per il cibo e l'essere umano. Egli ripete spesso che dobbiamo tornare ad essere un bambino, e subito è chiaro che la cucina che propone è un gioco tra tradizione e innovazione. nessun menu, nessun codice, è il proprietario, juseppe, l'incarnazione del menu, e snocciolarlo come un rosario, con occhi chiusi, interiorizzando i sapori, quasi li ha ottenuti anche mentre li espone con una dizione attoriale, e si sa che si sta assistendo a un rito, una rappresentazione sacra, come sacra deve essere arte, in questo caso culinario. la moglie mirella in cucina è il complice di questo meraviglioso crimine! e se non sembrasse quasi offensivo, direi che Mirella fa l'amore a tutti noi, dandoci piatti intensi, emozionandoci con evocazioni e combinazioni che stupiscono, prima la mente e poi il palato. Non in dettaglio, non ora, devo tornare indietro e prendere appunti, so solo che ho mangiato una pasta cremosa al pistacchio di bronte che mi ha turbato, lasciandomi un assaggio in bocca che era un invito alla meditazione della gioia appena passata. Non è solo una locanda, è arte, filosofia, teatro e soprattutto amicizia. senza dimenticare i bellissimi camerieri, ex giocatori di tromba, donne vitali e simpatiche, personale scelto con intuizione istrionica, per dare l'avventuroso, l'avventura di un'esperienza, fortunatamente, ripetibile. Grazie per tutto. la vita è ancora un mistero."
