"Ristorante situato nel palazzo Montemartini, in una bella sala della seconda metà del ex biglietteria dell’azienda locale di autobus. Nel giardino antistante resti di mura serviane del VI sec. a.C. L’ambiente è elegante, con illuminazione morbida e bella fontana a sfioro. Tavoli ben distanziati, apparecchiatura con runner, scomode sedie in policarbonato, menù sia digitale che cartaceo. Tutto il personale indossava la mascherina. Il menù ha qualche proposta per un pranzo rapido e poi è ristretto a scelte per ogni portata; carta dei vini limitata con ricarichi alti, pochissimi amari. Due tipi di pane, grissini al finocchio e crackers, tutti fatti in casa.Siamo stati accolti da una entrée. Gradevole il baccalà in tempura ma poco caldo, molto buone le tagliatelle con porcini (anche se la mozzarella di bufala prevista nel piatto era assente), buona l’ombrina in crosta di pane, classicamente americano l’hamburger di fassona (tanto pane, tante patatine fritte), ottimo il dolce di pere con gelato. Presentazioni curate, porzioni modeste, si tentano accostamenti di gusto originali ma che rimangono poco significativi.Il servizio, ancorché cortese, è stato spesso insoddisfacente: dopo aver preso l’ordine non ci hanno chiesto che vino volevamo, non c’è un sommelier, il vino in calice non viene versato al tavolo, i piatti sono serviti con la campana ma non viene tolta contemporaneamente a tutti i commensali, il cameriere non conosceva gli ingredienti dei piatti (peraltro pochi). Non ci è stato chiesto il green pass obbligatorio. Abbiamo speso euro a persona con lo sconto di the Fork e, anche se l’ambiente è molto bello, nel complesso siamo rimasti piuttosto delusi dal servizio approssimativo."
Paratha
