"Siamo andati in questo locale, aspettandoci di gustare della buona cucina siciliana. Già la prima impressione non è stata molto positiva: il locale è piuttosto squallido; i tavoli sono apparecchiati senza tovaglia, le posate non vengono cambiate nonostante abbiamo assaggiato cibi molto diversi tra loro e in generale l’ambiente è alquanto deprimente. Se i prezzi fossero quelli di una piola nulla da dire’ ma così non è. Abbiamo iniziato con un antipasto misto siciliano, composto da prodotti fritti manifestamente decongelati, tra cui dei piccoli arancini privi di gusto, delle crocchette di patate altrettanto insipide e della farinata fritta che un po’ di sapore l’aveva: di olio fritto, del quale del resto era intrisa. I primi: pasta alla norma fortunatamente non unta ma davvero poco gustosa e dei tagliolini con sarde, pinoli e della roba verde tutti appiccicati, tanto che sul fondo del piatto erano attorcigliati l’uno all’altro, come lo sono all’Interno delle confezioni che si vendono negli hard discount. Il gusto? Nessuno, anzi, un generale sentore sgradevole di roba grassa e oleosa. Come secondo abbiamo scelto un baccalà che si è rivelato una miniera di sale, su della polenta insipida e dei tentacoli di polpo in agrodolce, chiaramente decongelato, e nonostante ciò duri ed ovviamente insapori, salvo la salsa agrodolce dava un minimo di decenza ad un piatto che per chi non guardasse il contenuto, poteva tranquillamente consistere in dei pezzi di gomma con una salsa agrodolce e su della roba più molle di origine ignota (in realtà polenta). Il vino? Una bottiglia di rosso di Donnafugata che appena aperto già presentava uno strano colorito, ma che, leggermente fresco, sembrava decente. Quando è giunto a temperatura ambiente è risultato chiaro che il vino era “passato”. Ce ne siamo anche lamentati, ma ci è stato fatto notare che i gusti sono gusti. Io ho poi acquistato una bottiglia dello stesso vino in un’enoteca: eccellente. Sconfortati, abbiamo deciso di evitare ulteriori danni e quindi abbiamo fatto a meno del dolce. Il costo di queste “delizie” è stato di 70 euro a testa. L’unica qualità che si può riconoscere al menu e’ l’unitarietà di intenti e la coerenza: tutto rigorosamente insipido, tutto composto dagli ingredienti più scadenti possibile e tutto mal cucinato. Con un vino adeguato al menu e un prezzo anch’esso adeguato alla finalità del locale: massimizzare i profitti e minimizzare i costi."