"Locale molto elegante! Ci accomodiamo all’esterno! Per fortuna, le distanze e regole vengono rispettate! Gustando una buona alga wakame, arriva lei, sbatte la borsa e va via! In tempi notevolmente veloci, arriva il nostro ordine completo su un unico piatto di legno! Assaporando dell’ottimo gunkan con gambero in salsa agropiccante e dei gradevoli nigiri, lei torna. FINE I ATTO! II ATTO Incessanti colpi a mano chiusa sul tavolo e un ritorno di posate e bicchieri che saltano! Lo sguardo di lui era un misto di vergogna e paura pura, propenso alla lacrima! La tartare aveva un sapore incerto tendente all’insipido: unica pecca di tutto l’ordine! ATTO III durante la degustazione degli uramaki, con ottimi accostamenti degli ingredienti, tra uno “s o” quasi urlato, e “io non te l’avrei mai fatto”, continua l’incessante battere di pugni sul tavolo facendo voltare la clientela… e La controparte muta! ATTO IV tutto buono e ben servito, dal semplice sashimi all’uramaki all’imbarazzo in tempura! Lei continua urlando “ma quindi cosa le hai detto?”. A questo punto dobbiamo andare via e ci rendiamo conto che i toni vanno scemando: è più facile fare pace a stomaco pieno! Abbiamo lasciato il locale con più domande che risposte: Lui avrà detto poi una parola? Avrà versato quella lacrima!?Se lui ha sbagliato, si è pentito? E se è innocente, perché!? E lei, avrà gradito il pranzo? È proprio vero: tira più un piatto di sushi che un carro di buoi! Ora stacco perché ho la batteria al 9"