"Il ristorante è nella frazione Perno, appartata, ed ha aperto tre mesi prima del Covid: questo spiega che non sia ancora valorizzato come merita, anche se non è sfuggito a Massobrio e a Convivium.La sede è un piccolo edificio con un'unica sala trapezoidale, con una ventina di coperti, colori tenui ravvivati da un grande quadro e sedie gialle; apparecchiatura senza tovaglia, ma sottopiatti, belle le stoviglie. Il servizio in sala è cortese e veloce, la carta dei vini di buona ampiezza, con un prevalere langarolo ma con una valida presenza francese e tedesca, e un nucleo calabrese, in omaggio allo chef; noi abbiamo preso un ottimo rosato da gaglioppo e passito di Saracena per il dessert.Il mix Piemonte/Calabria si ritrova nei piatti, eleganti e stimolanti: amuse bouche divisi tra nocciola e nduja, per antipasti (abbondanti) una fassona a coltello ma con polvere di olive, una ottima scaloppa di foie gras sormontata da gelato di fichi e mandorle, come primo ravioli bicolori di caprino in guazzetto di gamberi, accostamento audace e perfetto, infine petto di anatra e come dolce ricotta e cardamomo.Tutto curato, di ottima qualità e originale; solo il caffè era orfano di qualche accompagnamento. Rapporto qualità/prezzo eccellente, vista la zona, con totale a 150 euro. Da non perdere"