"L'anziano viaggiatore si incanta e si perde nel ristorante Bonario Due di Salerno, a due passi dall'Hotel Plaza in cui alloggia. Uno spazio magico, elegante, ombreggiato, con tavoli lunghi e un clima vagamente esoterico. Vi contribuisce il sorprendente ristoratore, Mario, che vi parla nell' attesa dei piatti, colla colorata voivacità di un personaggio uscito dalla scena di Scarpetta. Laureato in filologia (così almeno di vanta), si mostra perfettamente in grado di tener testa con rispettosa ironia ad una tavolata di artisti del paloscenico, di studiosi e di scrittori. Spiega anche le ragioni del nome arcano, Binario due, per la presenza un tempo di un socio, poi allontanatosi per altri mestieri (e mal gliene incolse pare), rimpiazzato da una moglie autorevole, che gli ha dato figli a grappoli e una forte soggezione. Ogni mattina al risveglio infatti il nostro Anfitrione pretende dalla sua comoagna un bacio e l'assicurazione di un amore intatto, nel timore di essere cacciato. E notare che la casa, come precisa, è di sua proprietà. Non solo battute da palco, perché intanto arrivano, con ritardi dovuti alla elaborata composizione, cibi dal sapore irresistibile, di complessa composizione. Architetture barocche risultsno infatti le paste miste, creme di patate, gamberi e provola affumicata e le alici poi innamorate, fritte e impanate, adagiate su letto di ceci, con dentro ricotta di bufala. Gridano di entusiasmo gli ospiti provenienti dalla Spagna e da varie regioni d'Italia, e noi tutti ci inchiniamo al genio partenopeo."