Torino
Del Cambio

Del Cambio

Piazza Carignano, 2, 10123, Torino, Italy

Vino • Caffè • Gelato • Pescare


"Ci siamo potuti sedere allo stesso tavolo a cui si sedeva il Conte di Cavour. Contraddistinto da una targa e dal dipinto caricaturale, di cui non conosco il significato, raffigurante Camillo Benso bambino.La sala Risorgimento ancora pi bella di quel che traspare dalle foto. I tavoli hanno una larghezza tale da permettere un certo distanziamento, se questi vengono occupati dalla coppia. Non saprei per layout da 4 o pi occupanti.Nell'altrettanto bella sala Pistoletto (nome dell'artista che l'ha decorata) i tavoli sono pi ampi, moderni e comodi. Pi confacenti alle forchette Michelin che esprimono il confort della sala da pranzo.La cucina ha superato le mie aspettative.Abbiamo ordinato alla carta due antipasti, due primi e un dolce e siamo usciti ampiamente sazi, anche grazie all'abbondanza di amouse bouche, pane e prodotti da forno.Ho assaggiato la famosa insalata del ristorante Piazza Duomo ad Alba e devo dire che quella piemontese che viene servita al Del Cambio pi apprezzabile nell'ambito di un pranzo.Per la prima ci vorrebbero 2 ore per gustarla con l'attenzione che meriterebbe, la seconda invece, seppur composta da 40 ingredienti, ognuno con suo condimento e cotture, ove ci sono, appropriate, si pu gustare felicemente senza arrivare alle calende greche.La carne cruda con brodo di trippa e tartufo nero viene servita come se fosse un sushi dove il riso viene sostituito da soffice albume cotto. La neutralit di quest'ultimo elemento permette di raccogliere la saporita riduzione che da gusto al piatto.Gli agnolotti piemontesi erano piuttosto classici e molto saporiti, con fondo bruno e pan grattato abbrustolito nel burro.Nel risotto, l'olio di nocciole si sposava molto bene con le lumache. Insieme i due elementi funzionavano. Da solo, invece, il riso risultava un po' stucchevole. La pietanza viene servita al talvolo scomposta e sar il cliente a divertirsi nell'assemblarla, ma, per i motivi sopra citati, qualcuno potrebbe non apprezzarla.Il dolce stato un enorme porzione di gelato allo zabaione con tanti accompagnamenti pi o meno croccanti, quali, meringhe al caff, uvetta e cioccolato, frutta e verdura disidratata, bab al caff e selezioni di cioccolato. Delizioso.Ho trovato che i piatti fossero ben studiati e avessero qualche soluzione sorprendente che non mi era mai capitata sotto i denti.Mi anche piaciuto molto il servizio.Molto affiatato, elegante, ma non ingessato, anzi...I camerieri devono svolgere i loro compiti in un ambiente non convenzionale, per i ristoranti contemporanei.Tutti sembravano avere buona esperienza, anche i pi giovani.La carta dei vini esprime una cantina eccezionale e pluripremiata. Certamente tra le migliori in Italia e, quindi, nel mondo.I ricarichi sono molto alti.Prendendo una bottiglia da 50 , tra le pi economiche, ho speso 236 .Il servizio caff costa 7 per ogni singolo caff, cos come il servizio acqua 7 a bottiglia.Mi ha un po' infastidito e, per questo, non do il massimo dei voti, che, quando ormai stavamo consumando il dolce, con i bicchieri d'acqua ancora quasi pieni, stata aperta un'altra bottiglia, senza che ci venisse chiesto, della quale stato versato l'equivalente di mezzo bicchiere. Il resto della bottiglia rimasta imbevuta.Questo, oltre che in contrasto con il mio portafoglio, va in contrasto anche con i buoni propositi, che ci sono stati enunciati, relativi allo spreco.Ciao."

Asian Fusion

Asian Fusion

Via Santa Chiara 54, 10122, Torino, Italy

Sushi • Pescare • Dessert • Asiatico


"Ho provato questo locale dopo una segnalazione di alcuni amici e ispirandomi alle buone recensioni trovate in rete. Il locale dall'esterno sembra un semplice bar, quasi anonimo, anche se all'interno è tutto sommato carino ed elegante. Il proprietario, Jimmy, sembra un personaggio da film, un uomo di altri tempi molto gentile e con una eleganza particolare. Quando si comincia a entrare in confidenza si scopre anche che è molto simpatico. Come letto nelle recensioni abbiamo prenotato del sushi, e per le scelte dei piatti tipici ci siamo lasciati guidare da Jimmy. Il sushi era semplice ma ottimo, pesce molto fresco e condimenti misurati ed equilibrati. I piatti tipici malesi, qualche antipasto e qualche portata principale, si sono rivelati molto buoni, speziati al punto giusto (prevalentemente con curry) e molto equilibrati, mantenendo una certa delicatezza nei sapori. Ho trovato molto buoni i gamberi satay e il pollo satay, spiedini di gamberi e pollo tipici, dal gusto molto particolare. Piacevole sorpresa infine con i dolci, che spesso in questo tipo di ristoranti non sono indimenticabili... Una crema a base di mango, molto buona, e un Semifreddo latte di palma, pezzettini di palma di mangrovia, riso Venere e noci, veramente ottimo! Prezzo tutto sommato buono, con un po' di sconto (grazie Jimmy) e bevendo solo acqua abbiamo pagato in cinque persone 130,00€. Unico appunto: i menù plastificati sembravano da ristorante turistico di terza categoria, non lasciatevi ingannare dalle foto perché non rispecchiano l'aspetto delle portate, che sono comunque ben presentate e belle a vedersi. Giudizio quindi molto buono."

Cinta Rasa

Cinta Rasa

Via San Francesco Da Paola 9, 10123 Torino Italia, Italy

Pollo • Carne • Sushi • Dessert


"Conosco la cucina asiatica. L'ho sperimentata in lungo e in largo. Certo, non posso vantarmi di essere esperta di quella strettamente indonesiana, ma di quelle limitrofe sì. Amo l'esplosione di sapori precisi e di profumi inconfondibili che contraddistinguono quella specifica area del mondo, immensa, ma eppure talmente contaminata da generare similitudini, in ogni piega e in ogni differenza. Cina, dall'estremo nord all'estremo sud, per passare alle regioni centrali; Corea, l'una e l'altra; Giappone, che non è affatto il sushi che ci viene propinato per moda e poi il favoloso sud est asiatico, Thailandia, Laos, Cambogia, per finire in Malesia. A mio modesto parere, nonostante i chilometri percorsi, in tutte queste cucine, seppur così diverse, c'è sempre un comune denominatore. Riconosci al primo assaggio (alla prima annusata, al primo sguardo) che un piatto arriva da là, e non da una qualsiasi altra parte del mondo. Dopo questa premessa, approdo a Cinta Rasa, che è un piccolo locale nel cuore di Torino, raccolto, intimo e grazioso. Musica giusta e luci giuste, che allietano la serata. L'atmosfera è perfetta. Il menù propone piatti che rimandano, a partire dai nomi, a luoghi magici di innegabile fascino ... le aspettative sono grandi! Ma, già dai profumi che si diffondono dalla cucina, qualcosa non convince al cento per cento. Non parlo dell'odore di fritto, per carità! Quello, per fortuna, non perviene, in quanto qui è tutto cotto al vapore. Da questo punto di vista: perfetto! Ma così come non giunge il fritto, così non si sprigionano sentori di coriandolo, lemongrass, combava, peperoncino e delle varie spezie che dovrebbero annunciare la vera profonda cucina asiatica, per poi scomparire nel piatto, vinti da sapori così diversi dai nostri, magari a tratti ostici, ma estasianti, magia nuova nel naso e sul palato. Qui non è così. Quel mondo lontanissimo non si annuncia e non consegue nel piatto. Cibo buono, molto buono, dalla carne al pesce alle verdure alle zuppe, con materie prime ottime, ma la trama del film si svolge a Torino, tutta a Torino, solo a Torino, e scorda la storia che vorrebbe raccontare."