"Di passaggio a Grosseto rientrando da un weekend itinerante in Toscana, ci siamo fermati a visitare il suo centro storico. Contrariati per non aver potuto visitare l' interno della Cattedrale, abbiamo ripiegato bighellonando tra le viuzze alle sue spalle. E bene abbiamo fatto, perché, nel silenzio di un centro chiuso per la festività, all' improvviso ci si è parato dinanzi un caleidoscopio di colori, targhe, manifesti, oggetti singolari che ci ha dapprima incuriositi, poi sorpresi e infine divertiti a decifrarli. Si trattava di un originale ristoro, tra il popolare e il bohemien tra la bettola di quartiere e l' osteria senza H Più precisamente, una vineria con cucina da Romolo a sedurre il distratto viandante con una cucina semplice ma saporita, di territorio avrebbe scritto il critico enogastronomico pretenzioso. E mia moglie ed io ci siamo lasciati sedurre, benché ancora sazi per una abbondante prima colazione. E allora, ospitati in un tavolo esterno a causa della sala già gremita da previdenti avventori locali, abbiamo degustato due saporitissime zuppe contadine, l' immancabile ribollita e una farro e lenticchie e una grigliata mista profumatissima di brace ardente così generosa da sfamare entrambi. Di contorno, fagioli all' uccelletto e insalata. Un ottimo Sangiovese in purezza della casa ha egregiamente accompagnato il tutto. Purtroppo non abbiamo potuto osare di più. Ma ci siamo ripromessi di tornare quanto prima per saccheggiare la dispensa rovistando nell' intrigante carta della casa. Chicca territoriale da condividere con amici, in pellegrinaggio da Roma. Credetemi...."