"Ho passato davanti a questo posto alcune volte e ho pensato, "ci andrò prima di lasciare Milano". Non ho trovato il vino nel menu QR, così ho chiesto al cameriere. Dopo 3 risposte vaghe, mi è stato detto che sì, avevano una gamma limitata. Ho ordinato un bicchiere di Rosato, che è stato prontamente consegnato. E il cibo: ho ordinato la zuppa di fave con cicoria, apparentemente sous-vide, con una polvere di pepe, per iniziare, e la schiuma di asparagi con un uovo 64, asparagi sous-vide e chips di pecorino. L'antipasto era una sorta di mousse dal sapore indistinguibile, ma acido. La cicoria non si sarebbe sciolta in bocca nonostante un attacco vigoroso da parte dei denti. Tutto sommato, immangiabile. Dopo aver spinto il piatto via con solo pochi assaggi esplorativi, mi è stata chiesta l'obbligatoria, "Come è il pasto?". Ho pensato che fosse ovvio. Dopo una breve spiegazione, il piatto è stato rimosso. A questo punto non è arrivato alcun seguito. Il piatto principale era almeno commestibile. C'era un uovo poché, immerso in un casino piuttosto appiccicoso di schiuma con un paio di pezzi di asparagi troppo cotti al lato. Le chips di formaggio erano come dovevano essere. Poiché dovevo entrare per pagare il conto, l'uomo mi ha detto solo in quel momento che l'antipasto non sarebbe stato addebitato, ma perché non mi è piaciuto. Non perché fosse immangiabile. A quel punto, ho solo rinunciato. Ovviamente non ho lasciato mancia. Se questi giovani ambiziosi (sto supponendo) chef vogliono farsi un nome nel mondo della cucina, forse dovrebbero imparare che ciò che sembra super figo e di tendenza nel menu, deve comunque tradursi in cibo commestibile nel piatto. Buona fortuna!"
