"io le mie molte recensioni le scrivo per me. lo faccio per ricordare i posti che frequento, e ringrazio questo sito che me le tiene in ordine. non scrivo per aiutare nessuno, non leggo le recensioni di nessuno, non credo allo strumento delle recensioni di chiunque per valutare la qualità di niente e di nessuno. non riconosco autorevolezza a ciò che scrivo io, difficilmente la riconosco a sconosciuti. detto ciò, scriverò questa recensione perchè la legga un responsabile del locale. cominciamo. sono venuto qui spinto dalla guida michelin, michelino compulsus questo è Fedro.. sento dire e leggo che questo è ristorante con ambizioni di stella, e qui mi fermo. io non mi ritengo all'altezza di giudicare una cucina stellata, ed estendo questa mia politica anche a questo locale che la stella non ha. però ho da dire molte cose. in primis, la rigidità nelle ordinazioni. appena entrati, i miei amici ed io siamo stati lungamente edotti sulle complesse ed articolate regole per proseguire nel percorso degustativo. dopo questo primo pippone, durante il quale la ragazza ha ripetuto per molte volte la parola corso per indicare l'inglese course, la portata, ho confessato ai commensali di non aver capito molto. sensazione condivisa tra tutti i presenti. me ne rallegro, non sono io ad avere l'alzheimer...arriva una seconda giovane donna che ci riprova. sono gia abbastanza indisposto. lascio ad altri l'onere dell'ordinazione e mi affido ad un menu guidato di quattro portate. è molto fastidioso il supplemento risotto e il fatto di dover prendere tutti le stesse cose. e soprattutto per la sensazione di dover fare sforzi per capire e per prendere ciò che si vorrebbe. suggerisco a chi di dovere, affinchè venga meglio compresa la mia osservazione, il film capolavoro di Stanley Tucci Big Night del comunque, io sono qui perchà vivo all'estero, torno nella mia città natale per rivedere vecchi amici, persone con cui c'è stata una grande familiarità che la vita tende a sfilacciare. il retaggio della nostra plurimillenaria cultura ci porta a trovare nei ristoranti il luogo ideale per rincontrarci e per raccontarci vicendevolmente le nostre vite per come si sono svolte dall'incontro precedente. non siamo qui per sentirci lezioni noiose e non richieste da parte di giovani donne che non conosciamo e che non rivedremo mai più. e soprattutto, io non sono abituato ad essere interrotto, specie se sto pagando. a questo proposito, consiglio la lettura di un romanzo del premio nobel Kazuo Ishiguro, scrittore giapponese in lingua inglese, pubblicato nel da cui è tratto un bel film con lo stesso titolo che si può fruire con meno impegno rispetto al libro. il titolo è Quel che resta del giorno qui potrete capire come il personale di sala dovrebbe rapportarsi con gli ospiti. perchè, se cè un tavolo di amici presi da amene conversazioni ed arriva qualcuno che pretende l'attenzione di tutti per svariati minuti sui pregiatissimi vini, sulle cultivar che compongono l'olio blended, sulla proprietà dei polifenoli, sulla beneficità della vitamina E, sulle pregiatissime farine della pagnotta etc. , ebbene, alla quinta interruzione io reagisco. non l'ho fatto perchè ero ospite. ma se avessi pagato io, signore care, io avrei cominciato a mortificarvi. vi avrei chiesto cosa sapete del fenolo, della sua inattesa acidità, di come questa sia spiegata dalla stabilizzazione per risonanza della sua base coniugata...sulla vitamina E vi avrei chiesto quale fosse la forma biologicamente attiva, su quali e quanti fossero i carboni chirali, che configurazioni avessero e quanti enantiomeri e diastereoisomeri presentassero. e alla fine avrei citato il trono di spad:. Tu non sai niente, john snow... del vino non voglio dir niente: non bevo, non me ne importa nulla, mi annoiano i discorsi di minuti sulle caratteristiche del vino. e non sono l'unico. per questo, suggerisco la visione del personaggio del sommelier di antonio albanese. cerco di chiudere, che mi sono stancato: sessanta euro per quattro calici di vino alla cieca è una follia. il conto di cento euro ed oltre per un pasto di cui sostanzialmente non ho potuto scegliere tutto è irritante. l'olio blended è una presa in giro. gli oli pregiati sono monocultivar, le miscele le fa il signor monini. se proprio volete fare bella gigura con chi ha prodotto olio per generazioni, presentate un olio e non quella miscela giallastra che fate passare come olio del santio sepolcro. io il mio primo olio l'ho assaggaito già a metà ottobre, in maremma, e voi non avete idea di cosa fosse...altro che polifenoli...infine, il dessert salato mi ha fatto proprio schifo. ho aspettato due settimane per scrivere questa recensione, e non ricordo nula di quello che ho mangiato. non è un buon segno. auguri per la vostra stella, ho dato tre stelle che va inteso come un' astensione dal giudizio."